CONFERENZA STAMPA
APPELLO AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO MATTEO RENZI:
Ripristini le pari opportunità per tutte le periferie italiane
Roma 25.07.2016
Le periferie delle città che hanno avuto le elezioni nel Giugno scorso rischiano di essere discriminate e di perdere importanti opportunità per la riqualificazione e la sicurezza delle periferie, perché le nuove Giunte, che si sono appena insediate, non hanno a disposizione i tempi tecnici necessari per partecipare con proposte qualificate al bando per il “Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia – G.U. Serie Generale n. 127 del 1/06/2016”.
Per questo il Coordinamento Periferie di Roma – dopo avere contattato tutte le Amministrazioni dei Comuni capoluogo di provincia e delle Città metropolitane – e l’Osservatorio Pubblica Amministrazione chiedono che vengano prolungati i termini di scadenza del bando e invitano i giornalisti e gli operatori della comunicazione alla conferenza stampa che si terrà
Mercoledì 27 luglio
alle ore 12.00
In Via Liberiana 17, Roma
(c/o Centri di Servizio per il volontariato del Lazio, accanto a Santa Maria Maggiore)
Il bando in questione scade il 30 Agosto e stanzia 500 milioni per interventi di riqualificazione urbana con diversi obiettivi, che vanno dal decoro urbano alla manutenzione e riuso di aree pubbliche e di strutture edilizie esistenti, alla sicurezza, ai servizi di welfare, alla mobilità sostenibile e all’adeguamento delle infrastrutture destinate al sociale e alla cultura.
Si tratta di interventi importanti, che sarebbero più incisivi se progettati con la partecipazione di tutte le aree territoriali e se i Comuni fossero nelle effettive condizioni di presentare progetti realmente innovativi ed idonei al raggiungimento degli obiettivi prefissati. Tutto questo però è impossibile per le Amministrazioni che si sono insediate da poco tempo, tra cui la Capitale d’Italia e le principali Città metropolitane del Paese (Milano, Napoli, Torino, ma anche Bologna e Cagliari e Trieste).
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Per Info:
Pino Galeota: 3356790027 – galeota.pino@libero.it
Eugenio De Crescenzo: 3388311456 – eudec50@gmail.com
Paola Springhetti: 3484723037 – paola.springhetti@cesv.org
Mese: luglio 2016
santamarinellafilmfestival




Ieri sera, lunedì 25 luglio,
Maurizio Ravellese ha presentato il suo La terra degli sconfitti un corto che si differenzia dagli altri per il tema trattato: la catena della violenza, della vendetta che supera la ragione e la travolge. Molto apprezzato dal pubblico come con altrettanto favore è stato accolto
Bangland di Lorenzo Berghella, come già detto, un’opera prima di animazione che ha totalmente coinvolto il pubblico. Al termine tra le molte domande e mille risposte, una ha particolarmente colpito gli spettatori: la lavorazione del film, che sembra trattare in modo estremamente preciso la situazione in cui versano oggi gli Stati Uniti, è iniziata ben quattro anni or sono. Dunque una agghiacciante precognizione che stupisce ancor più data la giovane età del regista. Molto apprezzata dal pubblico la cura dei particolari e la vivacità dei dialoghi.
Oggi, martedì 26 luglio, sempre alle ore 21,15 c.a
in apertura il corto Centosanti di Roberto Moliterni incentrato sui furti d’opere d’arte perpetrati ai danni del nostro patrimonio artistico, sfondo ad una storia adolescenziale di crescita del protagonista.
Sarà presente il regista nonché il produttore, Roberto Gambacorta
a seguire
Madeleine opera seconda di Lorenzo Ceva Valla e Mario Garofalo.
I due registi, già ospiti del santa marinella film festval con la loro opera prima Ainom, storia di un’immigrata clandestina che cerca di riunirsi alla sua famiglia tornano con questo film sempre al femminile, sempre per tratteggiarci la figura di una donna (in fieri) ma dal carattere già ben delineato.
Sarà presente il regista Mario Garofalo.
Domani, mercoledì 27 luglio, sempre alle ore 21,15 c.a
in apertura il corto Lo so che mi senti di Francesca Mazzoleni uno dei tre film brevi prodotti dal CSC production. La regista, che ha assicurato la sua presenza, ha puntato la macchina da presa su un problema molto sentito che potrebbe esser considerato quasi una metafora sui problemi di comunicazione tra padri e figli.
a seguire
Il bambino di Vetro opera prima di Federico Cruciani che ci rappresenta una situazione famigliare in un ambiente in odore di mafia. L’opera, verista e realizzata in dialetto siciliano, verrà presentata alla presenza del regista nella versione sottotitolata.
Vi aspettiamo
Via Aurelia 301b Santa Marinella (sede operativa)
Via Fabio Massimo 107 – 00192 Roma (sede legale)
possession di andrzej zulawsky
calamita da collezione
È un nero abisso quello in cui si sprofonda nella visione di “Possession”, un film maledetto, tremendo, visionario del regista polacco Andrzej Zulawski: una di quelle pellicole che non ti lasciano continuare ad essere la stessa persona che eri prima della visione.
In una Berlino trasfigurata in un non-luogo del male avviene una quasi normale crisi di coppia: Anna (Isabelle Adjani) e Mark (Sam Neil) sono moglie e marito tra i quali si è insinuato un cancro innominabile e dalle incrinature del loro rapporto fiorisce un tradimento. Gelosia, paura della perdita, rabbia, la necessità di amare il proprio carnefice. In tutte le sfumature prende corpo il dolore provocato da una crisi e da un’infedeltà. Un’infedeltà che è stata rispecchiata lungamente dalla distribuzione italiana, e non solo, di “Possession” che ha stuprato e stravolto l’opera originale tagliandola di oltre 45 minuti di girato[1], rimontando il materiale residuo in un ordine arbitrariamente deciso dalla distribuzione, alterando addirittura i cromatismi del direttore della fotografia Nuytten e con l’inserimento di nuovi temi musicali. Un’infedeltà, questa, cui ha posto rimedio un’ottima riedizione che ci restituisce con la sua forza originaria e nella sua integrale forma l’opera di Zulawski.
In seguito a numerosi problemi sollevati dalle autorità polacche[2] Andrzej Zulawski, a lungo assistente dell’indimenticato regista polacco Wajda, decide di stabilirsi definitivamente in Francia dove trova tutta la libertà di girare. “L’importante è amare” (1975) sarà il primo frutto nato in terra straniera e dopo una pausa agitata da turbolente vicende personali nel 1981 “Possession” vedrà finalmente la luce.
Appunti per un cinema dell’incubo
Una luce, invero, oscura è quella che Zulawski dona a “Possession”, una luce filtrata dalle finestre oscurate nella camera dell’inconscio. Le chiavi di volta dell’incubo sono poche e semplici: una persona, un luogo, una cosa.
La persona è Anna/Isabelle Adjani, che sembra incarnare la celebre frase di Rilke secondo cui la Bellezza è l’ultimo velo che cela l’Orrore, un orrore tanto umano da risultare mostruoso e che la creativa inventiva del genio di Carlo Rambaldi[3] ha plasmato nella sua informe forma tentacolare. L’orrore sono le elementari componenti di un essere umano, ma scisse, separate l’una dall’altra, perdutesi nel naufragio dell’esistenza e infine incarnate in sembianze più o meno umane: il mostro e i doppi di Anna e Mark, così identici ma così opposti agli originali. L’orrore è la conclusiva sublimazione di ogni istinto represso che raggiunge le proprie estreme conseguenze, di ogni pulsione che la vita borghese soffoca violentemente, ma una mente oscura partorisce con naturalezza. Così – quasi al modo del pianeta “Solaris” (1972) di Tarkovskij – Anna è una “macchina dell’Es”[4] attraverso la quale prendono vita le concrete manifestazioni del suo stesso subconscio.
Il luogo è un appartamento che si affaccia sul muro[5] che separa in due la città. Un appartamento di cui Anna tenta di nascondere l’esistenza prima e poi la collocazione, tanto al marito che all’amante Heinrich. È questo un luogo segreto, privato, sacro in quanto manifestazione fisica del subconscio della donna, simulacro dove ogni proibizione e inibizione viene meno: qui può condurre la sua vita segreta, può uccidere senza farsi alcun problema, può avere rapporti incestuosi con la mostruosa creatura che ha partorito. È il luogo dell’assurdo e del possibile – altra reminiscenza tarkovskijana è inevitabilmente “Stalker” (1979) -, la vita stessa allora, ma da Zulawski volta nella declinazione dell’orrore.
La cosa è il mostro, figlio in-forme di Anna, specchio de-forme del figlio avuto con Mark. È una creatura che vive nella profonda oscurità dell’appartamento segreto della donna come frutto dei suoi più repressi desideri, quegli stessi desideri che non potevano coesistere con l’altra vita. La vita col marito, la vita nel luminoso appartamento in centro, la vita da donna “civile”, madre educata. Se, come sostiene Lacan, per la donna la forma più pura della possessione (del possedere/essere posseduta) è l’avere un figlio, allora Anna è la quintessenza della femminilità che vive d’una purezza quasi ferina destinata a collassare su se stessa: il complesso di Edipo si rovescia su Giocasta nell’estasi della possessione.
Il mondo dell’incubo zulawskiano sorge a posteriori della frantumazione dell’opposto civile, borghese e represso come suo complementare e altrettanto terrificante volto nascosto. Quasi come la dicotomia che seziona in due “Psycho”, tra una vita impiegatizia spesa tra i sogni spezzati che ricadono nella fredda e quotidiana routine della grande città e il regno di pulsioni represse che esplodono violentemente nel motel di Bates, anche in “Possession” possiamo trovare una netta linea di confine che marca il passaggio dal primo al secondo mondo attraverso il medium di una soggettività che non riesce a collezionare le proprie parti in un intero polimorfico, ma cade nella follia di essere di volta in volta un frammento di se stessa.
Il delirio di Zulawski è un forsennato cammino verso l’abisso in cui il divenire reale di fantasie innominabili sorte da un soggetto che non riesce a possedersi mai nella propria totalità determina la trasfigurazione della realtà in incubo in modo simile a quanto già David Cronenberg aveva mostrato in “Brood – La covata malefica” (1979). Ma se la lezione horror di Cronenberg spinge l’essere umano al di là di se stesso e alla generazione di un altro, semiumana incarnazione di un focolare domestico corrotto, Zulawski complica la questione fino alle estreme conseguenze.
ESTATE ROMANA
NEWSLETTER ESTATE ROMANA
ESTATE ROMANA 2016 – NEWSLETTER 16/21 LUGLIO Da luglio a settembre si compone un ricco mosaico di appuntamenti, tra lo spettacolo di tradizione e le proposte culturali innovative, e Roma diviene una vera capitale delle manifestazioni all’aperto nella quale il centro storico si unisce alla periferia in un grande abbraccio culturale. Avremo cura di segnalarvi ogni settimana gli eventi più interessanti di questa 39° edizione, che si snoda tra musica, danza, teatro, cinema, cultura e appuntamenti per bambini. In programma nel week-end
Sabato 16 alle ore 18, con la guida del dottor Stellarium al Planetario per i più piccoli sarà possibile misurare le dimensioni e le distanze di tutte le stelle che si vedono in una notte, anche grazie ad uno strano strumento inventato dal dottor Stellarium in persona, l’annolucimetro.
Gigi Proietti è ancora il protagonista delle serate del Silvano Toti Globe Theatre di Roma con un omaggio affettuoso a Shakespeare, con brani da Edmund Kean di Raymund FitzSimons. Le ultime repliche del suo spettacolo sono in programma il 16 e il 17 con inizio alle ore 21.15.
Sabato 16 alle 21 al Gay Village arriva Drag Factor – The Italian Race, la finale del Concorso Drag più importante d’Italia, tra showgirls, androgine e classic drag che si sfidano a colpi di musica, colori e look irriverenti. Ex Dogana Quartiere a San Lorenzo invita ad un week end ricco di libri, film, teatro e musica. Fino a domenica 17 notti di surf e limbo in occasione di Surf’s up. Sabato 16 per il teatro sul palco Daniele Paglisi e Luca Avegliano, a seguire proiezione di Rams. Domenica 17 presentazione del libro La speranza è un vizio privato di A. Cedrola, quindi proiezione di The Wolfpack.
In programma la prossima settimana Al Museo Civico di Zoologia per i bambini dai 5 ai 12 anni lunedì 18 spazio nuovamente alleFossiliadi, una settimana (lun-ven ore 8.30/17) fra sconosciute creature fossili e terrificanti rettili del giurassico per vivere da protagonisti gli spettacolari avvenimenti del passato.
Proiezioni tutte le sere nelle sale on air dell’Isola del Cinema sull’Isola Tiberina, location del FestivalHollywood sul Tevere: lunedì 18 Carol di Todd Haynes e A testa alta di Emmanuelle Bercot. Martedì 19 dopo la cerimonia di premiazione del 36° Fantafestival in anteprima Burying the Ex di Joe Dante. Mercoledì 20 c’è Mon Roi di Maiwenn Lebesco, giovedì 21 Gli invisibili di Oren Moverman.
Mercoledì 20 il Teatro Villa Pamphilj invita ad assistere a Discorso sul Mito – Dioniso di e con Vittorio Continelli. Lunedì 18, martedì 19 e giovedì 21 la Compagnia Teatro Verde invita i più piccoli aStorie e burattini a Villa Pamphilj.
Musica e spettacolo nella programmazione di Roma Incontra il Mondo a Villa Ada: sul palco Lucinda Williams (lunedì 18), Marco Travaglio in ‘Perché no. Tutte le bugie del Referenzum’ (martedì 19), Gramatik (mercoledì) e Sud Sound System – guest Richie Stephens (giovedì 21). Di vario genere la proposta artistica Di Scena in Estate in corso al Teatro Tor Bella Monaca. Il 19 si torna alla danza con Pillole di mille gru, omaggio a Sadako Sasaki, coreografia di Paola Sorressa. Le Compagnie Sinespazio e Atacama propongono poi, dal 20 al 22, lo spettacolo Il viandante, regia e coreografie di Carmen De Sandi. |
Cavallo Giocattolo
infomuseo@artsana.itSito web:http://www.museodelcavallogiocattolo.it
Dal 08 Settembre al 24 Novembre 2012Mostra, EsposizioneComune: GrandateIndirizzo: Museo del Cavallo Giocattolo – Via Tornese, 10€: gratuitoTel.: Museo del Cavallo Giocattolo 031/382250 – 382038Email: infomuseo@artsana.itSito web:http://www.museodelcavallogiocattolo.it
fotografando 08/07/2016
Ruben Kano
Ruben Kano
Les Dames dans l’aura
Percorso d’epigrammi prosaici
(non immagini in serie, ma serie di immagini)
A cura di Stefania Valente
Muef Art Gallery
Via Angelo Poliziano 78/B – Roma
dal 6 all’8 luglio 2016
Inaugurazione mercoledì 6 luglio 2016, ore 19.00
Biografia di Ruben Kano
Nato a Montevideo (Uruguay), Ruben Kano dopo l’inquietudine liceale e il mutismo politico della sua generazione sembra avere mosso i suoi passi risalendo un percorso latino, attraverso il Brasile fino alla Colombia e al Messico, dove si dice abbia cercato tracce degli dei, e trovato un colore ed un sentore di donna, fino al ritorno ai padri europei, tra la Spagna e l’Italia. La fotografia è una sua guida per la conoscenza, forse una tecnica, o un piacere di seduzione; e una compagnia da vagabondo.
Il Tropico è la sua vera patria, ma egli ritiene doverla fondare, ora, anche qui nei regni dell’Europa un po’ triste, in Italia. Confida nell’ombra in cui si defila, ma segue i colori del mondo, come gli uccelli di Rio, o i tifosi alle finali – in perenne trasferta, e quasi mai di lavoro